Referendum Cise – Sole24Ore: NO a +5 sul SI, ma in testa ci sono gli indecisi


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Il No al 34%, il Sì al 29%, mentre gli astenuti e gli incerti sono a quota 37 per cento. E’ questa la fotografia delle intenzioni di voto degli italiani sul referendum costituzionale, in programma il 4 dicembre, secondo un sondaggio Cise-Sole 24ore relativo al periodo 27 ottobre-7 novembre. Dati che il politologo Roberto D’Alimonte, il “papà” dell’Italicum, analizza sul quotidiano di via Monte Rosa, dove mette in evidenza come nonostante il prevalere dei giudizi negativi, alcuni contenuti della riforma costituzionale piacciono o quanto meno non dispiacciono agli italiani. Quello che non convince la maggioranza degli italiani è invece il trasferimento delle competenze delle Regioni allo Stato

Scrive D’Alimonte

“Il 57% è d’accordo sul fatto che la maggior parte delle leggi possa essere approvata solo dalla Camera. Addirittura l’83% ritiene positivo che il governo possa chiedere alla Camera di deliberare su alcuni provvedimenti in tempi certi. Ma anche sulla composizione del Senato e sulla clausola di supremazia la maggioranza di giudizi è positiva”.

Il politologo sottolinea come a incidere sui giudizi negativi relativi alla riforma sia il giudizio sul governo e sul premier Matteo Renzi.

“Purtroppo per Renzi questo giudizio finisce con l’influenzare la decisione di voto. E così la valutazione favorevole sui singoli aspetti non si traduce in un giudizio positivo sul complesso della riforma. E tanto meno in un Sì al referendum. Il senso è chiaro: si vota no alla riforma per votare contro il premier, anche se – tutto sommato – se ne condividono i contenuti”.

Per quanto riguarda la composizione del voto, il sondaggio mette in evidenza la natura partitica. I Sì, si legge nell’articolo di D’Alimonte, “sono concentrati prevalentemente tra gli elettori dei due partiti di governo, Pd e Ncd. Il 70% dei primi e il 73% dei secondi sono intenzionati a votare Sì”. Percentuali, sottolinea D’Alimonte, “non eccezionali ma sicuramente elevate”.

Il problema, evidenzia sempre D’Alimonte, sono gli altri elettori perchè “il messaggio di Renzi stenta a far breccia nel variegato elettorato dei partiti di opposizione”.

Su La Stampa si analizza il tentativo del presidente del Consiglio di fare breccia tra gli indecisi in un quadro che tuttavia è “immobile” e non si muove a favore del premier e del Sì nonostante le molteplice iniziative – dall’Europa a Equitalia – messe in campo da Renzi.

“Più Renzi spingeva l’acceleratore di provvedimenti gratificanti per milioni di cittadini e più i sondaggi restavano fermi. Le pensioni e le quattordicesime a più di due milioni di pensionati? L’effetto sui sondaggi non è stato apprezzabile. La riduzione dei balzelli di Equitalia? L’effetto sui sondaggi, se c’è stato, non ha avuto un effetto evidente. La riduzione del canone Rai per milioni di italiani? I bonus? Lo spostamento del dibattito referendario dal plebiscito al merito? Gli effetti, se ci sono stati, non risultano quantificabili. Dopo due mesi di campagna elettorale è come se l’emittente dei messaggi si fosse opacizzata, è come se l’efficacia della narrazione renziana e del suo artefice avessero perso mordente e credibilità”.

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