Le Guerre jugoslave (1990-1995) – Guerra d’indipendenza croata – Seconda Parte

Qui, la prima parte

1992

Nel gennaio 1992 scattò il ventunesimo cessate il fuoco sotto l’egidia dell’ONU, ma come le precedenti 20 volte, il 7 gennaio fu puntualmente disatteso. Emir Šišić, pilota della JNA, abbattè un elicottero dell’Unione Europea che aveva il compito di controllare il rispetto del cessate il fuoco. Morirono 4 italiani e 1 francese.

La Comunità europea intanto riconobbe la Croazia il 15 gennaio 1992, determinando la ritirata dello JNA dallo Stato, con la promessa però fatta ai serbi di Krajina di intervenire militarmente in caso di loro pericolo. Il mandato dell’UNPROFOR fu esteso anche alla parte della Krajina non inclusa nel primo accordo e la Croazia divenne membro delle Nazioni Unite il 22 maggio 1992. Nonostante ciò, la Repubblica Serba di Krajina mantenne le sue posizioni militari.

La guerrà continuò, se pur con minore intensità. Le forze armate croate proseguirono con una serie di operazioni minori che non furono contrastate dall’ONU; tali operazioni furono:

  • Operazione “Oktos-10”, 31 ottobre – 4 novembre 1992;
  • Attacco all’altopiano di Miljevac;
  • Presso Ragusa furono eseguite le seguenti azioni:

Operazione Tigre, 1° luglio-13 luglio 1992;

– A Canali dal 20 al 24 settembre 1992;

– A Vlastica dal 22 al 25 settembre 1992;

  • Le colline “Krizevci” vicino a Bibigne e Zara.

Per queste operazioni, la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina bombardò le postazioni croate in Slavonia.

1993

Tra il 9 e il 17 settembre 1993 si svolse l’Operazione sacca di Medak. Essa avvenne nella parte centrale della Croazia tra le regioni di Lika e Segna.

Fra i belligeranti c’erano Janko Bobetko, Petar Stipetic, Rahim Ademi, Agim Cekudalla parte dei croati e Mile Novakovic dalla parte dei serbi.

Il 9 settembre iniziò l’attacco croato, con i bombardamenti delle città di Divoselo, Čitluk e parte di Počitelj e ci fu la conquista di queste ultime. Per tutta risposta, i serbi della Krajina bombardarono Karlovac e Zagabria utilizzando missili FROG-7. Dopo la cessazione delle ostilità venne firmato un nuovo accordo che portava la sacca di Medack sotto il pieno controllo delle Nazioni Unite. Mentre l’ONU occupava il territorio in questione, un reparto canadese ebbe uno scontro a fuoco con un nucleo di militari croati.

Dopo questa operazione le forze croate non compirono altre offensive per i successivi 12 mesi, preferendo concentrarsi sulla Bosnia. Il Tribunale dell’Aja interrogò gli ufficiali croati Janko Bobetko, Rahim Ademi e Mirko Norac con l’accusa di crimini di guerra durante quest’ultima operazione.

1994

Il 18 marzo a Washington Alija Izetbegović (presidente bosniaco) e Franjo Tudman firmarono un accordo relativo alla pacificazione e all’istituzione di una federazione croato-musulmana, dopo la fine della guerra nell’Erzegovina croata e nelle enclavi croate in Bosnia. Questo accordo serviva ai croati per prepararsi all’offensiva finale contro i serbi (soprattutto in Croazia).

Nel marzo 1994 le autorità della Krajina firmarono un accordo di cessate il fuoco. Verso la fine dell’anno l’esercito croato aveva effettuato diversi interventi in Bosnia: in particolare, si segnalano l’intervento vicino a Kupres e Cincar dal 1 al 3 novembre e quello presso la Dinara di Livno dal 29 novembre al 24 dicembre. Queste operazioni avevano il compito di ridurre la pressione sull’enclave bosgnacca di Bihac e come approccio a nord di Tenin, capitale della Repubblica Serba di Krajina.

Durante questo periodo ci fu il fallimento dei negoziati tra i governi della Croazia e della Repubblica Serba di Krajina, nonostante l’ONU si fosse posto come mediatore.

1995

Il 1 ° Maggio 1995 iniziava l’Operazione Lampo conclusasi il giorno successivo.

Alle 5.30 i membri delle 3a e 5a brigata coadiuvati dalle forze speciali della polizia croata attaccarono i territori controllati dai serbi. Entro il pomeriggio del 2 maggio quasi tutti i serbi furono espulsi e costretti ad arrendersi a Pakrac. Nell’estate del 1995 croati e musulmani occuparono tutte le città della Bosnia che erano sotto occupazione serba: Glamoc, Grahovo e Drvar. Questa cosa ridusse le linee di rifornimento dei serbi e isolò Knin. Il 4 agosto iniziò l’Operazione Tempesta guidata dai generali Ante Gotovina e Mladen Markac: gli aerei della NATO bombardarono i radar serbi sul monte Pljesevica, e poi iniziò un fuoco di artiglieria di massa su un fronte lungo 630 km.

Il 5 agosto la 4a e 7a brigata catturarono Knin e la maggior  parte della Dalmazia. Al 6 agosto, le Brigate nere (unità speciali croate) avanzarono nel territorio intorno alla città di Slunj progedendo fino al confine con la Bosnia ed Erzegovina, dove si incontrarono con l’esercito bosniaco nella parte occidentale della Bosanska Krajina, dove erano stati conquistati 13 comuni serbi.. L’operazione fu dichiarata conclusa il 7 agosto.

Per questa operazione Ante Gotovina e Mladen Markac sono stati processati all’Aja con l’accusa di crimini contro l’umanità e violazione delle leggi e dei costumi di guerra per l’espulsione di 200.000 – 250.000 serbi. Il 16 novembre 2012 sono stati ufficialmente assolti.

gotovina

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