Oltre la Cortina di Ferro – Le vite degli altri – Introduzione

Yalta, 4 febbrario 1945. La Seconda Guerra Mondiale è in fase di conclusione, con inglesi, americani, canadesi, australiani e neozelandesi che, dopo essere sbarcati in Normandia ed aver respinto l’ultimo disperato tentativo di Hitler nelle Ardenne, avanzano da Ovest e sovietici da Est verso Berlino.
Le potenze più rappresentative del fronte alleato (U.S.A., Gran Bretagna e U.R.S.S.) decidono di riunirsi in questa piccola cittadina della Crimea per prendere delle decisioni riguardati 3 aspetti principali:
- Proseguimento del conflitto;
- Assetto futuro della Polonia;
- Istituzione dell’O.N.U.;
I 3 protagonisti dell’incontro sono Franklin Delano Roosevelt per gli U.S.A., Winston Churchill per la Gran Bretagna e Iosif Stalin per l’U.R.S.S.
Gli accordi ufficialmente raggiunti sono i seguenti:
- una dichiarazione in cui si afferma che l’Europa è libera e nella quale si invita allo svolgimento di elezioni democratiche in tutti i territori liberati dal giogo nazista;
- la proposta di una conferenza (da tenere nell’aprile 1945 a San Francisco) in cui discutere l’istituzione di una nuova organizzazione mondiale, le Nazioni Unite (ONU); in particolare a Yalta si considerò l’istituzione del Consiglio di Sicurezza;
- lo smembramento, il disarmo e la smilitarizzazione della Germania, visti come “prerequisiti per la pace futura”; lo smembramento (il quale prevedeva che USA, URSS, Regno Unito e Francia gestissero ciascuno una zona di occupazione) doveva essere provvisorio, ma si risolse nella divisione della Germania in due zone distinte: Ovest sotto l’influenza occidentale e Est sotto l’influenza sovietica.
- sono fissate delle riparazioni dovute dalla Germania agli Alleati, nella misura di 22 miliardi di dollari;
- in Polonia si sarebbe dovuto insediare un “governo democratico provvisorio”, che avrebbe dovuto condurre il paese a libere elezioni nel più breve tempo possibile;
- riguardo alla Jugoslavia, è approvato l’accordo tra Tito e Subasic (capo del governo monarchico in esilio), che prevede la fusione fra il governo comunista e quello in esilio;
- i sovietici avrebbero dichiarato guerra al Giappone entro tre mesi dalla sconfitta della Germania; in cambio avrebbero ricevuto la metà meridionale dell’isola di Sachalin, le isole Curili e avrebbero visti riconosciuti i loro “interessi” nei porti cinesi di Port Arthur e Dalian;
- tutti i prigionieri di guerra sovietici sarebbero stati rimandati in URSS, indipendentemente dalla loro volontà.
Inoltre in Romania e Bulgaria sono insediate delle Commissioni Alleate per governare tali Paesi, appena sconfitti. Nella relazione finale viene inserito l’impegno a garantire che tutti i popoli potessero scegliere i propri governanti, impegno palesemente disatteso nei decenni successivi.
Sebbene per molti questo fu il vero e proprio inizio della Guerra Fredda e della Cortina di Ferro, fu con la successiva conferenza di Potsdam che l’evento che segnò il secondo dopoguerra prese corpo.
Dal 17 luglio al 2 agosto 1945, in una Germania ridotta in macerie, Truman (successore di Roosevelt, morto per una emorragia celebrale pochi mesi dopo la Conferenza di Yalta), Stalin e Attlee (in sostituzione di Churchill, sconfitto politicamente alle elezioni per la camera dei comuni il 3 luglio) presero alcune importanti decisioni sulla situazione del dopoguerra:
- Fu stabilito che la linea Oider-Neisse fosse il nuovo confine tra Germania e Polonia. Inoltre fu deciso che tutta la popolazione tedesca residente in Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia dovesse essere espulsa e fare ritorno in Germania (il tristemente e poco famoso esodo dei tedeschi dell’Europa Orientale);
- La Germania fu divisa in 4 zone d’occupazione, amministrate dalle 3 potenze vincitrici a cui si aggiunse la Francia;
- Non ci fu accordo sui risarcimenti di guerra: Stalin spingeva per la linea dura, mentre gli altri per una linea più morbida, memori anche dell’infausto esito del Trattato di Versailles del 1919. Per questo motivo fu deciso che all’interno della propria zona di occupazione ogni potenza avrebbe gestito entità e tipologia di risarcimento in modo autonomo ;
- Truman lanciò un ultimatum al Giappone, che se non si fosse arreso avrebbe subito una “immediata e completa distruzione”.
Il 5 marzo del 1946 Winston Churchill pronunciava un discorso destinato ad entrare nella storia al Westminster College di Fulton (Missouri). Ecco il fulcro principale:
“Diamo il benvenuto alla Russia nel suo giusto posto tra le più grandi Nazioni del mondo. Siamo lieti di vederne la bandiera sui mari. Soprattutto, siamo lieti che abbiano luogo frequenti e sempre più intensi contatti tra il popolo russo e i nostri popoli. È tuttavia mio dovere prospettarvi determinate realtà dell’attuale situazione in Europa. Da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi stati dell’Europa Centrale ed Orientale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia; tutte queste famose città e le popolazioni attorno ad esse, giacciono in quella che devo chiamare sfera Sovietica, e sono tutte soggette, in un modo o nell’altro, non solo all’influenza Sovietica ma anche a una altissima e in alcuni casi crescente forma di controllo da Mosca.”
Qui fu utilizzato per la prima volta il termine “Cortina di Ferro“, atto ad indicare la divisione del mondo in due blocchi contrapposti.